Malattia atroce e crudele,
feroce divoratrice d'anima,
sterminatrice di ricordi
perduti nelle nebbie,
dentro silenzi profondi e bui,
sfruttatrice di corpi indifesi
che aggredisci e percuoti,
che diserbi di ogni amore,
che dei sogni svuoti.
Malattia senza dolore,
senza la pietà del dolore,
annienti ogni spazio,
confondi il tempo e la luce
di occhi perduti nel vuoto,
di labbra che più non dicono,
di mani che non accarezzano.
Malattia che non temi
nemmeno la morte,
fine prima della fine,
dimenticata anche quella.
Ti maledico e ti assolvo
altra arma non ho
che rabbia e perdono.