Scorrono i binari dai finestrini di un treno
Come gli stessi fili di quella tela che Elisa
Poche volte chiama vita e troppe volte invece sfida.
Ma ama i suoi ricordi e i suoi trent'anni
Che Pablo invece non ricorda più, ma è lì che è vivo, è vivo.
In mezzo c'è un cuore solo dai battiti lenti
E un digrignare di denti ogni volta che lei se ne va.
Passa l'odore, passa il sapore e la solita domanda: "che senso ha?"
Chi gli racconterà dei domani luminosi, dei forzati riposi
Delle domeniche che piove, dei piedi in riva al mare,
Dei pensieri in cui c'è il sole, chissà chi gli parlerà.
Ma non importa ora, se andava bene com'era,
Se domani sarà una preghiera di ritrovarsi qui,
Con o senza anni, con quelle mille scuse che poi non ci credi mai.
E allora balla: sui miei amori dimenticati,
Sulla felicità dei giorni andati, sul coraggio di non tornare
Sui miei occhi da dimenticare, per non piangere più.
Balla dentro un temporale estivo, sopra l'inchiostro nero
E sui fiori dei soldati, come sugli arretrati che ti raggiungono mai.
Balla sui rumori e sui colori, nelle manifestazioni di chi non ci credeva più.
Balla come se fossimo due zingari, di quelli che sappiamo noi
Per chi ci veda ballare sappia che due zingari sanno anche amare.
La geometria di chi va via se guardi bene è una poesia
La cui rima né Elisa, né Pablo baceranno mai
Ché due anime lontane si cercano non solo a parole
E si aspettano per rincontrarsi, magari e chissà dove.
E allora balla: sui miei amori dimenticati,
Sulla felicità dei giorni andati, sul coraggio di non tornare
Sui miei occhi da dimenticare, per non piangere più.
Balla come se fossimo due zingari, di quelli che sappiamo noi
Per chi ci veda ballare sappia che due zingari sanno anche amare.
Balla e non smettere mai.