Come un bambolotto di pezza
abbandonato da mani crudeli
giaci riverso nell'acqua
che accarezza il tuo viso.
Rannicchiato, piegato,
cercavi forse quell'utero
dove rifugiarti mentre
le onde ti innalzavano al cielo.
Qual è il tuo peccato,
bimbo adagiato sulla riva?
Quale crimine hai commesso
per morire in terra ostile e aspra?
Forse avevi ancora nelle orecchie
l'assordante crepitio delle armi,
o forse avevi tra le mani
l'ultimo pezzo di pane
strappato ad una vita infame.
Ora sei lì, muto, indifeso,
col tuo maglioncino rosso
troppo stretto e freddo,
ora sei lì dove altri bimbi
giocano a fare castelli,
tu, col tuo castello
di carta straccia e lacrime
a gridare con la tua flebile voce
che diventa un'orchestra di dolore
che avresti voluto vivere,
diventare grande,
conoscere l'amore.
Non ci sarà per te un domani,
non c'è domani per coloro
che galleggiano sulle onde
alte come muri delle nostre
coscienze ottenebrate da
egoismi e cattiverie.
Addio, bambino sconosciuto,
addio figlio dell'indifferenza
e della stoltezza degli umani.