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Novella Odissea

Avanzano esausti in notti disperate,
legni rigonfi di umanità dolente,
percorrendo vie d'acqua tormentate,
che giungono alle porte d'Occidente.

Il buio inghiotte pianti e imprecazioni
dei fratelli che inseguono un futuro,
dentro al ventre marcio dei barconi
insidiati dal mare infido ed oscuro.

La chiglia s'infrange sullo scoglio
e scuote la coscienza di chi assiste
al naufragare del misero convoglio
che alla forza dell'onda non resiste.

Strappati al mare da mani pietose
confortati da un abbraccio fraterno,
gli immigrati son da leggi impietose,
trascinati da inferno ad altro inferno.

Laceri prigionieri di fatiscenti ospizi,
sconfitti attenderanno e mal graditi
l'onda violenta dei legali pregiudizi
che li riporti là da dove son fuggiti.

Rapace ed insensibile Occidente:
perpetui la tua ricchezza infame
riducendo in miseria un continente
e i suoi figli a mendicarti il pane.

 

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