Riversa sul pavimento
nel Silenzio che l'avvolgeva
Regina il suo destino scriveva
s'abbandonava senza un lamento.
Ci vuole distrazione di sé e un po' di coraggio
per lasciare un mondo ed entrare nell'altro
quando non si può più riavvolgere il nastro
e dell'immutabile presente si brama il raggio.
Ti ricordo Anna come la più materna delle donne
le gambe accavallate, l'altera bellezza
ch'io volevo sposare con infante gentilezza
mentre l'azzurro dei tuoi occhi mi teneva insonne.
Giovedì otto d'ottobre per combinazione
senza far valigia hai lasciato la stazione
e io che non sono Dante, né Galileo
sei andata via a giorni sessanta dal Giubileo.