La poesia sventra la lingua
e porta alla luce il non detto
campana in un'aria di vetro
pazzo che canta al deserto
il rigore della logica scema
altrove la lama ferisce
e qui giace ancora il coltello.
Metalinguaggio nascosto
che attraverso brancolando.
Saranno queste nuvole
che si piegano nella mano,
le tue parole che partoriscono senso
laddove prima era altro.
Sarà che incido linee sulla sabbia
mentre il mondo dorme
e può sanguinare un'alba
se non ti trovo
se non mi perdo
attraverso il segno
creato prima di noi.
E le ciliegie maturano in grembo
essiccano e lasciano il gusto
sulla graticola dell'infinito.
Amare è continua interrogazione
luogo di comprensione
infinitamente latente
infinitamente vicino
dove le cose pesano un niente
nel tutto che ci compone.