Camminando fra 'l gran vociare dei miei pensieri in festa
scorsi, come da dietro un albero in fitta foresta,
un volto mai visto prima
e mi avvicinai come "baciata" può esser rima;
la domanda mia, involontaria,
da pensier raggiunse bocca:
<< Chi mai può esser quel tale?>>
Egli, alquanto infastidito, rispose:
<< Sono un essere umano, un mortale,
uno dei tanti e, dei tanti,
io qui mi faccio rappresentante>>.
E io: << Qual è il tuo il tuo intento? Qual è il tuo scopo? >>
<< Di ricchezza, potere
e fugace bellezza io vo in cerca e son qui a tal uopo,
ma, per simil desìo, l'anima è sì mesta,
che talora,
la mia fede appare mal riposta>>.
Essendo io ancor lontano dalla comprensione,
replicai dopo sua risposta:
<<Qual è il motivo del tuo dubbio, di cotanta tristezza?
Insomma cos'è che vorresti e quanto ti costa?>>
Egli, sorridente,
mi guardò come il maestro fa col suo studente e disse:
<< ti rispondo con franchezza;
ho come l'impressione che ciò che cerco,
ahimè ancora non reale,
sia sempre in procinto di esser tale;
mi manca il tempo!
Ah se non fossi mortale,
allor sì che sarei contento! >>
Con cognizione di quanto da lui detto,
come lo scalatore raggiunge la faticosa vetta,
venni a capo della questione:
<< È un'illusione
l'oggetto della tua brama
infatti potere, ricchezza, bellezza quanto fama
son come ladri alla cui cattura
la fuga seguirà sempre sicura;
fanno di lor possesso
ciò che la nostra mortal natura ha reso più importante
di qualunque tesoro di qualunque successo;
ecco qual è il loro intento
rubano il Tempo!
Per 'l suo grande pregio,
l'esser mortale non è sfortuna,
ma forse è ciò di cui l'Uom dovrebbe più farsi fregio.
Perciò usalo bene, con accortezza
perché questa è la tua vera ricchezza!