"È primavera, svegliatevi bambine..."
intonava la vecchia radio,
e traboccavan le case
di canti e di gorgheggi.
Le mamme,
povere ma inneggianti alla vita,
durante le quotidiane fatiche,
spandevano nell'aria inni di felicità,
il garzoncello al lavor s'apprestava,
fischiettando un motivetto,
i bimbi a frotte,
con vitale spensieratezza,
ravvivavano strade, vicoli e canneti,
nei campi i nostri padri
al cielo elevavano canzoni
e da un terreno all'altro
intrecciavano richiami,
i galli innalzavano
felici e insistenti chicchirichì,
e le galline,
entusiaste del caldo uovo appena sfornato,
con ritmo ripetevano
simpatici coccodè,
gli asini,
lieti del fresco pascolo o innamorati,
si esprimevano con i loro sguaiati ragli,
lanciando asinini messaggi.
Or tacciono le mute case e i campi abbandonati,
al ciel più non si levano
le grida festose dei bimbi,
che più non frequentano
le ormai intasate strade
e, chiusi tra quattro mura,
trovano immobili passatempi
in telefonini e tablet.
Son figli dei loro tempi:
più non seguono i ritmi delle stagioni,
la natura non li coinvolge,
son *liberi *prigionieri della modernità,
ma noi auguriamo loro
tutto quel che di bello abbiamo in mente,
di ritornare al canto
e di provar l'antica e genuina
felicità!
--------------
*liberi: sono loro scelte
*prigionieri: di fatto ne rimangono invischiati