Né più si colora la terra
se non di melanico manto,
l'ho visto sull'aspro del sasso
brandelli di verde pastrano,
ritorta la mano ripalpa
la canna gelata.
La gota scolora scarnita,
la bocca digrigna congesta
e sibila ancora lo scoppio
in un'alba di nuvole bigie,
violenta silenzi di morte,
deflagra feroce.
Qui tace per sempre ogni voce,
sconfitta d'amore ci doma,
duello di vita e di morte,
ma oscura riemerge da oblio
di nudo pantano sommessa
di pianto una nota.