sarei voluto entrare dentro te,
dentro quel cuore,
dentro al tuo cuore,
penetrarlo di luce in profondita',
possederlo,
come l'aurora possiede il buio.
pioverci dentro e come la pioggia
penetra la terra
possederlo di vita.
nevicarci sopra e come la neve
ricopre l'erba
smaltarlo di bianco.
rianimarlo.
avrei voluto trasformare
le mie vene in aghi, trafiggerlo
per mille volte e mille volte ancora
per rendergli l'ossigeno dell'amore
cosi' vitale.
ma il tuo cuore,
quel cuore, giace immobile.
spento.
disabitato gia' da tempo e' come
un vecchio castello abbandonato
popolato solamente da ritratti di vecchi cortigiani,
streghe, fantasmi, che in sequenza ordinata
agitano le tue notti.
lui non s'apre a me come un'ostrica
libera la sua perla.
e' chiuso.
perso.
nei suoi sentieri di morte.