Novella cameriera, m'inviti a sedere
al tavolo delle perplessità
e prestigio ottieni
servendomi portate di tenebre e luce.
cupa o radiosa, sei in bella mostra
come preziosa porcellana decorata a mano
posta nella cristalleria
ma per la tua indole molesta
mi privi d'antipasti d'estasi.
proponi però menù a scelta o
specialità della casa:
delicati candori in agrodolce
e stillicidio d'involtino ripieno in barlumi di felicità.
mentre albergo ad ore in panciolle
sazio di strazio e digiuno di te,
m'imbocchi di straccia pazienza
invisa a luculliane attenzioni che preferirei.
comunque se per alcuni
parlare a bocca piena è peccato,
beh, con te io, peccherei.