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Dignità Perduta

Nei lontani giardini di periferia un forte grido
nero si espande nella notte, troppo limitrofo
per essere udito si calma nel vuoto, come
tante gocce si spengono e si confondo
in una infinita distesa d’acqua.

La mia forza d’animo sembra essersi
spenta, sprofondata come corpo pesante
negli abissi oscuri; in quelle tetre ore
notturne, la mia dignità è stata calpestata,
il mio corpo usurato lascivamente da foschi
corpi umani, hanno riempito il mio sguardo
di sola paura e fatto seccare il mio cuore.

Mi sento perduta, il dolore come un immensa
nube tossica mi avvolge e mi soffoca,
incapace di muovermi decido di rimanermene distesa,
come le foglie auttunnali cadono dai propri
alberi e si adagiano sul suolo
contiguo ad essi.

Nascosta in un desolato vicolo, spoglia di tutto, mi
accosto al muro, ormai inondato di sole mie lacrime,
mi soffermo e rifletto, ancora una volta il ricordo
di quelle freddi e avulse mani percorrono il mio
corpo e l’icubo sembra così ricominciare.

Scossa e smarrita in un pianto convulso, udisco
ancora una volta i laceranti colpi, che come tamburi,
battono sulla mia pelle ed il rumore dei vestiti strappati
di dosso mi fanno sprofondare in un
mare di vergogna;

Dinanzi a questa gigante e umida barriera di pietra mi curvo
su me stessa, ne più mai! seguiterò a condurre una vita normale,
perché finchè perdi la dignità di essere una donna,
una cretura celeste e unica nella sua forma è difficile
che si possa senza ali, riprendere
il volo verso la volta celeste.

 

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2 commenti:

  • Angela Maria Tiberi il 30/10/2007 15:56
    Veramente stupenda e toccante. Ama la vita anche se ci sono triste esperienze, ti prego continua ad amare.
  • Anonimo il 27/10/2007 20:10
    Favolosa;Edoardo, con tutta la sua crudele sofferenza, ma è proprio così che si sente una persona violata nella sua dignità, uomo o donna che sia.
    Complimenti, ci sono dei versi fantastici, La 3 strofa mi piace tanto, il finale anche.
    Sei proprio bravo, continua.
    Ciao Edoardo
    Angelica

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