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Morire
il fatto terribile non è morire;
nella morte c'è sempre un che di regolare
e obbligatorio
e forse anche sorprendente.
è come la chiusura di un ciclo:
insomma, si muore
tutti muoiono, prima o dopo
è l'ordine:
nascita, vita e morte.
ciò che conta davvero
non è che la fiamma prima o poi si spegnerà,
è l'intensità
di quel fuoco
a fare la differenza.
i preti fanno estreme unzioni
e le donne in nero piangono
e le cattedrali si riempiono
e i becchini fanno grossi affari,
ma ciò che avviene dopo è
solo
un'inutile
accozzaglia
di riti
apotropaici
per rafforzare
ancora una volta
la necessità
di vita
che ognuno di noi ha
dentro di sé.
si è o non si è,
questo è l'importante.
la cosa terribile non è morire,
è non incappare in quegli assaggi di morte
che puoi trovare nella vita.
scopare è vita
scrivere è vita
bere una grossa bottiglia di vino
o mangiare un buon panino al salame
amare un figlio
o un padre
o una donna
e non odiare
andare a fare lunghe passeggiate sotto il sole di Marzo
o stare davanti al camino nelle fredde sere di Gennaio
leggere un buon libro
tagliarsi le unghie
pulirsi il culo.
la morte non ti scalfirà
se nella vita
avrai
imparato a dare il giusto valore alle cose
e ne riconoscerai il peso.
un giorno sarà la fine per tutti,
l'importante è godere
il più possibile
del presente
-breve o lungo
che sia-
con buona pace per chi
si scervella per il domani.
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4 recensioni:
- UN CHARO QUANTO SENTITO DECANTO PREGNO DI RIFLESSIONI COINVOLGENTI.
LIETA GIORNATA.
*****

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