Al confine dell'estremo
Al vertice del mio sterno
Nell'ennesimo privilegiato Io
Qualcuno collocò uno pseudogerma
Un parassita con il nuovo sperma
Il polpo dai cinquantasei falli
L'inervertebrato dalle dieci bestemmie
Masticava e digeriva alimenti rigettati
E quando pioveva lui godeva e dimezzava
uomini e civiltà...
Di sensato non aveva e non voleva niente
e guardava e avvertiva la vita con sguardo ibrido
Sognava una moto dalla potenza telescopica
E meditava nel dubbio di sorprendere
Collocava tutto nel nucleo della Terra
Aveva timore dell'uomo che sogna Marte abitabile
Soffriva del già scoperto
Ammirava l'uomo al coperto...
per sempre...
Sino alla morte
Diceva e predicava
"Alla fine dei tuoi giorni,
sarai al coperto per l'eternità"
Faceva paura e tutti
in sua presenza s'allontanavano.
I suoi silenzi portavano ansia
e quando il silenzio era altrove
lo ritrovava nelle parole all'aria
vomitate,
come menzogne da raccontare...
Ammirava la sofferenza del passato
e assecondava l'invesibile sofferenza...
"se ti dichiari intelligente,
di certi mali dovresti soffrire"
queste erano le sue parole
quando veniva interpellato.
Il polpo lo ritrovi ancora oggi
ed è l'alieno che terrorizza i grandi
e affascina i bambini
Che mobilita le piazze e crea rivoluzioni
che riempie le Chiese e Mecche
Abitante senza affitto
per lui tutto è dovuto
Si andrebbe pure a morire
o ad uccidere in suo nome
E i bambini immacolati
da grandi anche loro verranno macchiati
Per loro disgrazia o per loro fortuna
Il Genio senza inventiva
creatore di fumo dannoso inebriante
Creatore all'ottavo tono
di sinfonia accomunante...
Prezioso ma in futuro sostituibile
sarà spazzato via da uno strumento trionfale
Nuovo Dio, nuovo Credo
Nuova speranza, nuova volontà
Cielo cromato, cielo riflesso
Mare fuoco, acqua antiruggine
La disgrazia sarà attesa
E il denaro solamente albero
Tu sarai solamente io
E noi assieme solo un ricordo...