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La trappola
Le forze e d'energia i centri
detossiscono un poco
quando s'incurva la schiena
quando la mia carta imploro
quando i miei organi implodono.
La trappola è un leone che rugge
avvinghiandomi la secca pelle
esalandomi atavici lezzi di mali
alla libertà, imperiosa, nobile,
che non è la mortificata statua.
La trappola è la sorda famiglia
che non percepisce con nessuno
dei sensi umani e da sviluppare
l'energia vitale che nelle vene
scotta e ti brucia e ti fa l'inferno.
La trappola è la famiglia
delle prigioni fatte a castelli,
del presunto amore che m'è mortale
e che era già scomparso placido
come quel Mattia Pascal.
La trappola è la famiglia
che quand'essa in giardino ubicata
io m'impianto celandomi nel mezzo
d'una sostanziosa chioma di foglie
come Cosimo
come Cosimo.
La mia Coscienza s'è costruita fiera
e compatta e compiaciuta
come una torre levata al vento
contro tutti quei manichini e
quelle parvenze non valide e
contro tutti quei corpi invalidi
al ristorante di casa mia.
La poesia m'ha reso veggente
benchè bendano i ricercatori di
uno scadente amaro velo di follia.
La poesia m'ha reso alata,
benchè scambino il mio potere
per le clavicole sporgenti e
la mia schiena ondulosa come
la superficie lineare d'un mare calmo
e non scosso
da raddrizzare.
La trappola è la famiglia
d'un ammasso di materia strisciante
e che i piedi di piombo
sotterrati pestati da legno e travertino
immobili giacciono defunti
accuratamente.
Quando la passione dicono aggressione e
quando l'abitudine dicono amore, l'essersi amici,
è quando l'esasperazione
m'apporta il naufragio
seminatore di discordie, ed
il mio fuoco interno è presagio
del falò che si vedrà appiccarsi ai mari calmi.
La trappola è la famiglia imperviante
e centralizzante che franò i ponti col sublime
e sfregiato l'arte che considera l'Uno e
ricerca l'incontro del quarto tipo con il Trino.
La trappola discopre le vittorie coetanee
spronandomi alle giostre del quieto vivere
ammalato,
e non piegandosi il mio carattere ferrigno
la trappola mi dice maligno,
e tutto il sistema innestato su le basi
di trappole rigide come militari.
Le forze e d'energia i centri
detossiscono un poco
quando la Coscienza si sbriglia e deraglia
su nell'alto della musica d'avanguardia
che a noi giovani parla del futuro
percepibile, comprensibile, all'eletti esclusivi.
La trappola è il vacuo regime dolente
che la famiglia incastra come trincea e
tela come Penelope i mutui inganni
che nel buio notturno della cecità
risvegliatisi i miei occhi s'addrizzano
le ciglia, e voluttuoso un flusso di luce
è la Verità della Libertà al che la trappola
si spegne e cautamente
il regime familiare decede progressivamente.
La trappola è la famiglia che s'impone
la sanità malsana dell'Augusta laboriosa
e che non percepisce l'ardore piromane
infiammatore della pelle della Coscienza
ch'aspira anelante all'alito della Libertà.
Quando alla passione gridano ossessione
m'ostaggia la lancia di Marte furioso,
che tremebonde le mie guance del vivo rosso
picchiettate
non piangono una goccia d'acqua secca,
non piango una misera lava calda incolore,
il sentire anestetizzo e
sola la memoria avvolge il sintagma
dell'ebbro ruggire.
La trappola è la famiglia che il giorno
discorre obbedendosi a leggi personali
esigenti il rispetto e senz'uscita senza fine,
ed io che nuoto con tirati i polmoni e
chiuse le grotte del respiro s'afforza
l'umana resistenza che sacrificandosi
consacra ricongiungendosi divina sacralità.
La trappola è la famiglia che le mani
m'annoda stringenti e che gl'irrequieti polsi
spillano allacciandomi bottoni,
sedativi d'ogni agire e creare e
della creatività d'ognuno sonniferi;
come la falce per l'erba e l'eliotropio.
La trappola è la famiglia che arrotola e
schiaccia e preme e rulla le molteplici e
plurime possibilità smussando i caratteri
più incorruttibili e dignitosissimi,
e l'ordito della retta rete malata
ch'avvinghia e lega e strappa il puro
è l'aderente stringente cappotto
che il flusso vitale ammanta e sgozza,
ed il dio solare e creatore
piangendo s'asconde coprendosi
riempiti di nubi i raggi scaldanti.
La trappola è la famiglia ch'addormenta,
arginandosi,
la passione sgorgante da le vene
e ch'espolode radiosa dal fulcro della corona
del cranio,
e così pochi i metà umani a conoscer l'energia,
che affogano e sopravvivono i sentimenti intensissimi
e che a reprimerli onninamente s'ammalano
l'intelletti e i corpi tutti.
La trappola è la famiglia che tiene fissamente
il concetto d'unione che per le libere anime è
la cinghia che s'impossessa della milza e
s'avviluppa e s'avvinghia come se volendoti
trasformare modellando
l'inaudito tuo volere.
La trappola è la famiglia che l'abitato sito
per alcuni dolce nido, per alcuni mar deserto privo
di lido, ella trasforma in gallerie
di quadri mancanti dell'arte e i corridoi sono parvenze di
cavità infernali private
di sbocchi laterali.
La trappola è la famiglia edera che
da sempre va cospargendosi sull'azioni e
sui lieviti forti dei caratteri pestandoli
nel nome dell'affetto morbo ch'uccide e
libertà strapazza.
La trappola è la famiglia piramide
repulsiva a forma dell'arte ognuna e
negatrice quasi da far muro o crociata
a forma dell'edonismo ognuna.
La trappola è il veleno mortale travisato
nella coppa d'oro come vino e tutta
messa sopra il candor bianco dell'altare.
La bevanda immortale è la negazione
a quei tutti consigli saetta come dardi
violenti e feroci e diretti alla serenità
scalfire; ed or che mi penso
depressa giù nella pozza di sangue
di chi ha perduto la vita gettando la vita
come italiani anarchici in America, lo so,
la morte gloriosa dà il buon esempio
di tutte le vite.
La trappola è la famiglia ch'infiamma
la collera e venera Eris nel nome della
compromessa pace, severa pace.
La trappola è l'organismo sprizzante di domande
come le importantissime questioni del globo,
ed è come girare ad alte velocità l'uruboro
di richieste della trappola fatte come circonferenze,
e nauseabondi sventrati iddentro
nel ventre di giostre e tornei di risposte.
La trappola è la famiglia che rinchiude
all'oscuro le possibilità claustrofobiche,
donde l'abitati posati sono l'inchiodati piedi e
che per loro forti critiche folli a sovraumana
follia, li vedo far le ruggine, invecchiarsi e
non crescersi.
La trappola è la famiglia ostruzione
d'ogni fibra di luce e varco
d'uscita, censurandomi la vista
del caos molteplice all'azione e
regolatore del sistema d'oggi.
Le forze e d'energia i centri
detossiscono un poco
quando per i forti torrenti d'aria
m'aggiro correndo intensa e veloce
come s'io fossi la più diretta e chiara
rima baciata
nella più libera come magia
poesia.
La trappola ripudia il corpo umano
che regge lor menti vuote per il chiuso
e il buio che morbosamente li copre
alla conoscenza,
seguendo gli antichi sbagliati comandi
gli abitati delle plumbee auree
nelle case prigioni annebbiate
non conoscendosi l'origine dei mali,
onninamente tifano il disprezzo all'energia,
dei piaceri, ai corpi, all'evoluzione
di Coscienza.
La trappola sì fiera e feroce come bestia
dannata e dannosa ingurgita
ognuna idea più rinascimentale,
e il risorgere lo prego con zelo
per l'eterna giovinezza,
l'immortale fanciullezza,
perchè colui l'immortale eterno
sempre va crescendosi evolvendosi la mente
giammai invecchiandosi la volontà di spirito.
La trappola è la carnivora fauna predatrice
che t'accascia legandosi le cariate fauci
alle nivee caviglie incorrotte ancor pure.
La trappola è la famiglia imbalsamatrice
di figli articolatori del dolore schiettamente
veraci, da rabbrividirsi i fili legatori ghiacciati
che agghiacciano i più caratteri di fuoco.
La trappola è la famiglia seminatrice
(quand'è che s'avvitano nauseanti scirocchi)
de le più violenti frenesie, e produttrice universalmente
de le più violenti obiurgazioni
all'Io dei condannati
futuri condannatori
de le loro più ignobili gesta.
La trappola è la famiglia nucleo
degl'affetti più cancerogeni che
ogni flusso vitale più dinamico
disseziona, invero celebrando la paura
al capo delle paure altre:
la solitudine.
Il dolore di quella giovinezza
arroventata dalla più calda stella,
come i capelli di pupi bruciacchiati ed
i gialli frutti arrugginiti, chè iddentro
la trappola son rimasti e
li vedo che son morti,
surriscaldati dalle braccia paradosso
d'affetto e morte della famiglia.
La trappola è la famiglia autocontrollata
dalla paura della precoce fine
inautoaccortasi di già finita,
e pulviscoli di Libertà s'aspargono
beneficiosi, iddentro l'energiche cellule
d'acqua e d'aria rivestite nell'interiora
dell'organismo.
La trappola è la famiglia rettile
della paura retta e diretta
fragilmente a vero pensiero
non pensare.
Un'ascesi d'evoluzione e la Coscienza
a crescersi,
esclusivo elisir vincente combattente
la trappola che è la famiglia.
Un'ascesi d'evoluzione e la Coscienza
ad espandersi,
l'unico zampillo di luce rimedio
alla famiglia tentacolare.
Nelle cave del mio cuore un badile,
scavante i fossati bui, freddi,
che formatasi è la galaverna,
ed onnipotente, l'inverno appare tutto:
saccenza è la trappola, e la Sapienza
lassù planante sull'ali
dell'Albatro.
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