ogni maledetta notte
il mostro della Poesia
ruggisce sogghignando
in arcobaleni di distruzione;
è come ritrovarsi in
una stazione maleodorante,
mettiamo alle 4 del mattino,
con un pigiama viola di flanella
che ti salva appena dal freddo.
... ti fermi... ti gratti...
osservi la gente passare
in abiti da lavoro e con la fronte sudata,
le mani arrampicate appena su un tozzo di pane,
la bocca intenta a succhiare buon vino francese
per anestetizzare il dolore;
vedi passare la VITA.
a te non resta
che imbracciare la penna
e prendere appunti
sulla quieta e farraginosa
insoddisfazione del mondo.
le notti sono stupide ballerine orientali
che bestemmiano Dio;
la puzza della notte ti trattiene
in questo quieto miraggio
di alcool e disperazione;
nessuna salvezza alle 4 del mattino,
solo un blaterare inesausto
di parole acuminate come
tiepidi geyser
che suggeriscono follie.
una stolida stazione è la notte,
il TRENO DEL SOGNO
arrugginito
dalle cieche domande
che fa nascere l'insonnia,
una sveglia che suona
perpendicolare
al mondo,
il mattino appena conosciuto.
la Poesia distrugge
distrugge
distrugge