Dammi la mano ti prego
portami via
dalle annose esequie
di questo disinteresse
di questo orrore
di questa desolazione
di questi sguardi inquisitori
dalle malcelate accuse
di quel dito puntato contro
che m'accartoccia
ferito su me stesso
aprimi al mondo
ramificato in un'aulica chioma
come un gelso bianco
di sovrumane virtù
e sradicami
da questa terra bruciata
terra dimenticata
dall'insolenza delle genti
fammi rinascere
trepidante
come un'alba leggendaria
come zucchero colato
dai grappoli delle tue mani
e abbi cura di me
della mia persona
dei mie errori passati
delle mie aspirazioni future
in questo sprezzante martirio
senza senso dei giorni