la mia poesia è spesso curiosa
e prevedibile e antipoetica,
e non penso si possa considerare Poesia
nel senso tradizionale del termine.
non credo sia tanto una questione di contenuti,
è piuttosto una questione di stile, di voce.
la gente mi biasimerà per la mia attività poetica.
loro diranno che questo è ardito e persino sciocco,
e odieranno la parola comune che si mostra
senza incantare, odieranno il dialogo tra verso e verso,
le parolacce, le metafore raffazzonate.
questo è piuttosto divertente, mi persuado,
scrivere per la propria soddisfazione senza avere
interlocutore alcuno cui destinare i propri
pruriti poetici;
straziare il lettore, angustiarlo, scuoterlo,
farlo persino incazzare.
i lettori di PR rimbrotteranno questo fare azzardato
rivoltandosi davanti allo schermo. diranno
che questo è blasé, e forse non avranno tutti i torti.
e anche mia madre e i miei amici,
e qualche poeta che conosco e che scrive
versi rimati.
ora accendo una sigaretta,
meditando su cosa significhi
profondamente la parola Poesia,
poi berrò qualche sorso d'acqua,
mi laverò i denti e la faccia
e andrò sveltamente a dormire.
prima però ho da finire questo:
il vile vaneggiamento di un folle
che sputa parole ordinarie
inseguendo un suono inconsueto.
voi non potete sapere
quanto possa essere vivo
questo senso totale di derisione.