Inutile negarlo
lassù qualcuno mi ama
ed io lo sento
fin quaggiù
stravolto come sono
da un eterno
miracolo d'amore
e tosto riappare
in stigmate di luce
un corpo immortale
asceso dal putrido legno
vivida reminiscenza
d'un'altra epoca
un altrove
ritrovato in me divino
la matita del Signore
ha ridisegnato
iperbole di sogni incompiuti
e nitidi schizzi
di venerabili parabole
assunte
come pane quotidiano
mi nutro deliziandomi
di portenti
in questa totale
simbiosi di cielo
aspergendomi in solenne
libagione
come sacre gocce di nuvola