senti il frastuono,
il garzone del bar
che porta
i suoi caffè olezzosi,
la bianca dirimpettaia
che sbatte un tappeto
nella pallida atmosfera mattutina,
tutte le cose al loro posto,
il giornalaio ha messo
i quotidiani nelle mensole,
un poliziotto sorveglia
la zona sulla volante,
i lavoratori e gli studenti,
appena svegli,
sono fermi
alla fermata dell'autobus;
è così tragica la mattina
nel quartiere,
sembra di percepire
il tonfo dell'insoddisfazione,
la vedi tutta l'agonia,
nelle facce, nel colorito, nelle movenze;
si tengono la testa,
trattengono il fiato
prima di respirare
questo sporco Settembre
dalla coda di dolore,
ogni persona con una
storia diversa,
ogni vita
la stessa
vita.
adesso scenderò
a fare delle compere
sotto casa mia,
mi mischierò alla massa
nascondendomi nel silenzio
della mia particolarità;
sono parte di loro,
anch'io deluso e insoddisfatto,
anch'io bisognoso di camminare,
di respirare,
di muovermi in tondo,
come il garzone del bar
che fa il suo giro quotidiano,
come una gatta
che si rifugia in un cassonetto,
come i pianeti
instancabilmente agitati
nell'iperuranio inoltrato.
sono nella vita,
la patisco,
la amo.