Vitrei occhi, fari spenti,
brulicano come formiche
zombies,
sbucati dal ventre della città
ricorrenti incubi
ci risucchiano
nella porta della notte:
come una gigantesca bocca
fatta a brandelli,
che sputa sentenze di morte
requiem cosmopolita
si strascina,
nei rintocchi di campane riesumate,
per chiamare a raccolta
i peggiori istinti antropomorfi
congenito dogma
comunemente accettato
l'inumanità della gente,
il pericolo incombe:
con paure in metastasi
a intaccare funzioni vitali
ci strusciano addosso
cadaveri ambulanti,
contagiandoci in ogni sorta
di cannibalismo,
dove vige la legge
del più meschino,
dove la pace e
l'amore per il prossimo
ormai, non sono altro
che scorie radioattive
rifiutate da tutti i siti di smaltimento.