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La morte o il vuoto
Ritratto il ventre
accorpate le costole,
ed è l'effetto trucido del vuoto
spalmandomi rancura, oltre la coltre
del buio che m'abbaglia l'Io
più forzoso e naturale e profondo.
Il vuoto sferzante la gola e respiri
è la modella d'una moda passerella
che all'arte insegna spettacolo
vuoto come spazio destino
all'ipotesi risolutiva dei Perchè.
La fine più vera e sicura è quando
l'emozioni guardo accantonata nel punto
più buio e tenebre
privato d'intersezioni rettilunghe
rette a comode distruzioni
parventi senza fine.
La morte o il vuoto,
sicurissima mi dico la vita varcando
l'opposto che non è fine dei sensi;
e sadismo è segnacolo dell'immonda stirpe serpe
ch'ognuna umana paura fermenta
nell'obliate sotterranee penombre,
nell'altri e sovraumani spazi
che non m'escono intelligibili
qui ed ora.
Peregrinandosi i miei più notturni pensieri
l'immagine,
d'un sogno bianco ed acerbo e
possente squasso a seguire,
è un terremoto che soprassalta
spirito e Coscienza che in penombra
svegliano l'allarmanti sensi
Nitr, la morte o il vuoto
è binaria scelta medesima de la vita
o il suicidio dell'essere all'esistere
condannato.
Nitr, con i serrati occhi, immenso recepisci
l'esistenza dell'etere,
e tal com'è l'essenza circumnaviga
l'impolverate tue palpebre
predilette alle mie visioni
di un mondo altro e più alto.
Nitr, la morte o il vuoto
è l'urgente dilemma ch'eccita il mio spirito
sul filo d'esilio del mondo onirico,
durante la caligine del vuoto
ch'ammanta gl'occhi dell'origine e
più vera Coscienza.
Nitr, la morte ch'è vita e rigenerazione
nelle pupille tue più lucide e commosse,
leale affronto l'arte dannandomi
al districare Verità annebbiata
dei fili di piombo ed alluminio
all'aria squarciare, ai respiri torcere,
e come fendente l'ambascia
violenta al forte poetare.
Nitr, è per l'infima voluttà del male a squame
che nell'intossicata notte l'evoluto
trapasso' l'atmosfera terrestre
facendosi soffio, un respiro.
Su quel lembo di vita mortale
brani di tallio ossidato
raccontano causa più materiale
curioso perchè accidentale,
mentre la poesia sbrana limite di superficie
e si va oltre puramente ricercando.
Su quel lembo di vita mortale
l'evoluto ch'ha scritto della morte
tale come il cambiamento
e che non è la fine,
Nitr.
Su quel lembo di vita mortale
l'evoluto ch'ha scritto della paura
tal come sensazione irreale e negatrice,
bassa energia negativa
oh Nitr, l'hanno ucciso i servi delle serpi,
i sopraffatti dei luminari.
Arti disgiunte e sì pendente la bilancia,
chè il canto decantato e lo scritto
che il verso dolorosamente punta, declassato
e il mio inquieto stato rivelato, nonostante
a gran voce uno spirto torturato
oltraggiato nel mio tempo,
virtuosamente scrive sfumandosi l'essere
sul candore e coll'inchiostro.
Nitr, il vuoto è invero la morte funesta
quale naturale divenire a squassare
e a tornire nell'accomodanti forme
subliminali il carattere più originario, e
non creder potremo, bensì invero,
consci eligire la morte
ch'è vita e rigenerazione
confrontandosi al vuoto più sordo
rintronandosi mediocre d'altrui e
basse voci laddove Coscienza stabile
mutante s'è spenta, muta,
così è l'umano che più non si questiona.
L'anabasi del dolore in petto, malore,
ed esaurirsi l'iride, per la morte folgore,
quando a scrivere è l'incidermi i segni allegorici
di più torturante e più sana febbre;
Nitr, all'uomo più demonico e di più sapere
avido e delucido che in nome de la Scienza
prega compiutesi l'opere, che per l'animo
irrequieto l'occhio non si posa e
la notte non pesca requie,
bensì rinominandosi naufrago, affondandosi
di sotto le stelle,
e buio il naufragio tal è mare d'inverno
e profondo mal d'essere,
Nitr, potrò mai eludermi?
Oh, se il destino digià sul palmo di mano
conficcato di tempo immemore?
La più demonica ombra e tracotante
scienziata è la più faustiana frequenza
di te, oh Nitr, e balzata fuori di tuo corpo
tormentandomi la Coscienza
rinfuocandomi l'occhi e
straziate l'affamate ciglia,
meste lacrime alla terra tergiversate,
ed un'insonnia fuori di senno
sorvegliante notturna del mio stato
sovraccarico,
e iddentro ogni ridda di vuoti convulsi
avvolgenti turbinii di più voci smembrate
m'accorgo lo smarrimento d'alcuni sensi,
sicchè l'occhio e udito in sù per l'ascendente
deliquio,
ed è così più nobile e vera perdita sensoriale
che l'esser voce snaturata del carattere
nei più vuoti turbinii vocianti,
Nitr.
Unitamente al cielo scolorendosi
a reticolato impallidito,
disidratandosi miei specchi,
ed espugnato s'è reso del cuore
l'incavo ognuno,
e vuoti di logica all'ostinarsi
arditi la vista al vapore acqueo,
quando all'alba rutilante
sull'erba la rugiada s'è levata
e filamenti estranei costernano
i vedenti
adombrando i giardini
imponendosi misteri.
Sole, indefinita luce tiepida
che d'or non più m'annidi calorose
lucenti tue colonne,
e che mai più s'irradiano animi
com'erasi abitudine
antecedente il millennio d'oggi,
implorandomi infinita ricerca d'Iperuranio.
Nitr, il centro d'origine di vorticoso vuoto
è il più insano denaro
e che sentimento umano trasforma
raro, sfumandosi il cuore,
sbiadendosi avaro e vano
il varco d'estetica religione,
d'umana pura paura fatta piramide
e mortal nociva e lecita
issata sull'incastri paradossi.
Verrà la morte e dell'anarchia si vivrà,
il vuoto collisserà e nei tuoi lampi
arrossati s'irraggerà il mio sguardo,
sicchè ricolmo dell'Idea
rediviva la poesia verrà.
Nitr, l'informe massa disinformata
la Coscienza ottenebrandosi e
l'energie otturandosi e
il cuore ostruendosi talchè
infimi mali insediandosi
dentro e fuori la pella
dentro e fuori le budella,
che pessimamente e passivamente
s'addolora e si muore
iddentro vuoti di coscienza
quanto repulsivi ad ognuna Scienza.
Verrà la morte e della'anarchia si vivrà,
il vuoto collisserà e nei miei lampi
arrossati m'irraggerà il suo sguardo,
sicchè ricolmo dell'Idea
rediviva la poesia verrà.
Nitr, c'annienta il nichilismo
come il rimorso al seguito d'un gesto,
l'acuta lama infilza all'ideale,
distruzione e caduta del sentimentale,
alla forza speranza l'operazione mortale,
alla forza decaduta morale l'operazione mentale;
esiste un bene d'opposto al male?
Un'ombra d'emozione soprassale,
è il dubbio ch'assale e bussa le porte
a forestieri più coraggiosi od
a principi princìpi incuranti di castelli a sabbia
sulle sponde dell'acqua specchio.
Nitr, il vuoto s'incresce
per l'aria inquinante filtrandosi,
sezionando contratta libertà
innata e morta,
e credo sepolta nell'invisibile
funebre elogio,
e credo vissuta come graffi e
graffiti sull'usurati muri
d'umana pelle sfiorita,
e similmente è mirare dorsi
d'ingobbiti steli dei fiori
più tenaci e pregni di sogni
che son forza e che son vita;
nonostante sulle spalle
l'acutissimi dolori dell'epicentro
dell'anima sensibilmente
più pura e più bella.
Nitr, fors'era il più oscuro dioscuro
avvolgente le vene e
la Coscienza, e la mente una ressa
d'irrequieti pensieri ribellanti
l'attitudini umane,
e che nel presentarsi illuminava
i sensi d'ambo l'esistenze,
risaltando simili entelechie
e con gl'occhi gravitandoci dintorno
come in moto celeste i pianeti e
satelliti tutt'intorno.
Nitr, fors'era il più oscuro dioscuro
di sere festive all'auspicio di Selene
e tal grande d'intelletto quando
apparsomi, Giove, etereo salutò,
soffiò i miei più delicati e potenti
pensieri ostinati, ed esausta la mente
rinvigorendosi liberò ridde d'idee
torcenti il cuore cocente.
Nitr, fors'era il più oscuro dioscuro
un'ombra altra e divina e
di misteri fitta, viandante sensibile
e sensitivo dei più umani affanni
che cupi e criptici svelano
i nostri volti al buio di luna
e all'incendi dei fuochi
nell'alto dei cieli.
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