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Il segreto dell'infelicità è vivere un'infanzia felice
conoscere del mondo
solo l'aspetto più amabile
è una grande fortuna
ma può essere anche un problema,
se ci pensi bene.
e arrivare all'età di 20 anni
con alle spalle un'esperienza
di vita facile e accomodante
è un fattore cruciale
nello svilupparsi della tua vita futura.
l'8 Agosto del 2012 arrivai
all'ospedale Papardo
portato da un'ambulanza.
il reparto stava al secondo piano
dell'entrata secondaria.
dalla finestra della sala fumo
potevi vedere un giardino
minuziosamente curato
e in alto, nel piano superiore
del palazzo antistante
c'era il reparto dei carcerati.
fumare in quella stanza
significava rubare a quella reclusione
un briciolo di libertà,
tutti accalcati,
stretti in 3 metri
di morte autorizzata,
col fumo che si propagava
azzurro nelle pareti decrepite,
personaggi dalle patologie più disparate,
uomini e donne devastati, abbattuti.
c'era anche un altro momento
decente, a ben ricordarmi:
era quello dei pasti.
il cibo non era granché,
c'era puzza di candeggina scadente
e la compagnia non era certo
delle migliori.
ma era il massimo a cui potevi ambire
lì dentro,
un momento sacro,
con una madonna in gesso
ferma alla fine della stanza
che non ti toglieva gli occhi di dosso.
poi a una certa ora della sera
veniva il momento della terapia.
infermieri dai volti severi
stavano in uno stanzino
combinando molecole
che avrebbero dovuto salvarci
dai nostri mali.
"Abbamonte. Celi. Fognini. Monferrato..."
gridavano questi con fare autoritario.
e se qualcuno decideva di rifiutare
le sue medicine allora veniva legato
al letto e con una siringa
gli veniva dato ciò che gli spettava.
i giorni erano lunghi,
nel tempo in cui non c'era
nulla da fare si leggeva
e si facevano parole crociate
e si guardava la televisione
e si fumava
aspettando alla sera il momento
della terapia
per poi andare a dormire.
non avevamo molto rapporto
tra di noi,
non c'erano le condizioni
né la voglia.
ma tutti covavamo silentemente
lo stesso odio segreto
verso quel modo curioso
di curare quelle che comunemente
vengono definite malattie della psiche.
i medici dicevano di
volerci aiutare,
fieri in ampi camici bianchi,
quando passavano per
le stanze
a fare il giro mattutino.
"come ti senti oggi
mio bel ragazzone?"
"dottore, ma quando esco?"
"ogni cosa a suo tempo.
intanto vai a guardare un po'
di tv e parla con gli altri ragazzi.
fate amicizia tra di VOI.
fate amicizia tra di VOI..."
e la mattina il sole sorgeva
puntualmente alle 6
e i pappagalli, le flebo,
gli aghi delle punture,
i lacci emostatici, le medicazioni
passavano davanti ai miei
occhi come una punizione.
poi ricordo il senso leggero
della notte,
i sogni, spesso dolci,
che ti aiutavano
a svilire il peso
nel risveglio
la mattina seguente.
questo succedeva 4 anni fa,
la fine della quiete
coincideva con la nascita
di quello che i conduttori tv
chiamano " un uomo segnato
dal dolore",
lì, in quell'Agosto
bollente del 2012.
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1 recensioni:
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- L'inizio apre con un punto di vista differente dell'infelicità, un punto di vista differente ma esatto. Subito dopo si racconta una storia vissuta a pieno, dolorosa e sicuramente tanto forte da segnare interamente una vita. Io ti faccio i miei complimenti per la bellezza di questa opera e la condivisione con noi di questi versi molto importanti.
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