A volte canto qualche melodia di un amore
perduto, affondato nell'abisso del mare
che non ha fine.
Quella musica dei romantici incalliti
dei ridicoli, che a volte si scherniscono
e credono ancora che l'amore ha un senso.
Quell'amore dei poeti perduti e mai
trovati, poi ritrovati che scrivono lacrime
e sospiri di un amore andato perso chissà
dove.
Mi stritolava le ossa quel serpente cruento,
desueto inferno succulento nella carne,
nel contempo non era niente.
Aveva un sapore di tempesta e sola s'aggirava
nel cuore e poi fermava ogni sospiro,
come un forte vento che sbatte e poi si calma.
Quel fuoco lento a poco a poco si è
spento, ora tace la brace e non brucia più
la pelle.