silenzio nelle ossa dei morti,
indecente, misero silenzio
come il dolore che si annida
sul fondo della bottiglia vuota,
questo chiede la mia mente,
stravolta dalla voce del treno che sferraglia;
mille treni sferragliano ora nella mia mente
e io anelo alla pazienza del monaco
e all'immobilità dell'albero
che è la sola cosa che dura
e i morti non fanno caso a me
che trascino vecchi residui di vita passata
come catene robuste nel mio piede,
i morti disperdono la loro atroce puzza
perché il verme è esigente,
ma non c'è niente di strano
nella vita che mangia la morte,
così il parassitismo della parola
s'infila nella mia testa
e i messaggi pubblicitari e i libri e i buoni consigli
sferragliano, sferragliano, dentro.
forse il caos esige inconsapevolezza,
ma io tento di mettere ordine alle cose
come il banconista sistema le bottiglie del suo bar
e le ossa dei morti sono ferme
e non provano niente -
non provare, non provare,
l'emozione è la tromba che annuncia la forca-
e quel silenzio dev'essere perfetto,
tra le radici nodose degli alberi
e l'antica terra,
quel silenzio che viveva prima
e che un giorno tornerà,
ma ora dentro me si scatena la tempesta -
il telefono ha squillato, la televisione ha lanciato il suo grido
e il lavandino gocciolava e i camion tuonavano
come dannati tamburi -
tutto è troppo,
tutto nel mio cervello,
e io subisco il tuono perché questo è l'Inverno,
ma so che l'anima è perfetta
perché non esiste,
come l'immortalità degli eroi,
come quello che sto vivendo.