Ernest Hemingway, carrozze della mia ambizione
voi sostate nello stesso spazio buio del mio cervello
dove la parola è padrona,
la parola fumante che apre autostrade
e che chiude le cellule in una gabbia,
la parola del mio dolore.
la sola parola, pura e divina
che disegna geroglifici impossibili che noi dobbiamo decifrare,
noi amici, Ernest e carrozze sprecate del mio Inferno.
ritmo ritmo.
quel che ci vuole è ritmo.
muovere i piedi,
riempire gli spazi vuoti.
oh sogno di cotone della mia pazzia
che perdi batuffoli bianchi e bave di idee
che non contengono alcuna illuminazione,
il talento è la chiave,
ed Ernest aveva del talento,
Ernest che si spara un colpo in bocca
mentre le mie carrozze sbattono contro il muro della Realtà,
tu sei solo il sogno canceroso di un povero reietto,
la condanna del folle che prega e che scrive.
voi sostate nello spazio buio
dove Dio ha dimenticato di aprire le porte.
è tutto così fermo,
tutto così dannatamente reale,
accontentarsi della miseria di una sufficienza
sperando di sferrare un colpo a sorpresa.
questo è terribile,
Ernest Hemingway, carrozze della mia ambizione,
vi sento dentro, ma non vi cercherò più.