Le vene, che dalla betulla sboccano al cielo,
il cielo di mani immense, assorbe e stempera.
(Il silenzio è miniato da fringuelli e cince).
Lo guardo - e in esso passano nuvole e frammenti
di parole non ancora emesse - ma già sfatte d'uso.
Noi (solo io?) siamo immersi in quest'assenza
di intelletto, rarefatti in un'onda sbalestrata
dal troppo colmo, ma rinnegati dal reale.
Senti anche tu, adesso, senti anche tu che il cielo,
il cielo che respiri, ha come un'ansia di sermoni?