Vagabondo che raccoglie fiori
nei boulevard
credendo nel miracolo
di una rosa fiorita,
bambino rosa nato dentro un tulipano
che si improvvisava mago del vento
con una bacchetta magica di betulla.
Un bambino timido
che studiava tanto, a testa china
senza imparare una mazza
tanti anni di trasgressione selvaggia (e autodistruzione)
per poi tornare al punto di partenza.
Sono un barattolo vuoto
un secchiello di vernice
la cui etichetta
non corrisponde al colore dentro.
Lei dice che mi rifugio nel silenzio
per paura,
invece è solo spocchia
fin dai tempi della caccia alle checche
fra i roghi dei banchi di scuola.
Tutto tipico di chi si sente superiore
o perlomeno appartenente a un'altra specie.
Mi è sempre mancata dell'umanità standard
in svendita, a buon mercato,
per questo mi gettavo fra le braccia
di un uomo che non c'era, qualunque,
elemosinando amore nelle piazze
delle grandi città
di notte, fra i lampioni e la fame chimica.
E quanto vorrei morire...
eppure la vita scorre
ancora e ancora... sempre!