Lucidi pavimenti, come specchi,
dove immagini scomposte
si sezionano allungate
lungo lunghi corridoi,
come fiumi d'acqua di marmo.
Calmi e silenziosi si snodano
e con essi il nastro della memoria.
Stessi occhi, stesse orecchie
cambiano i tempi e i personaggi
ma stessa è la trama, stesso il regista.
La mano che grande m'afferrava,
lasciando alla mente il divagare,
non c'è più, da tempo è solo ricordo.
Lucidi pavimenti, come specchi,
dove il minuto scalpiccio è suono,
armonia ed eco di voci.
È destino calpestare di questi specchi,
così lucidi, così perfetti, laceranti
solo per qualcuno i piedi.
Quel qualcuno che siamo tutti
e non è nessuno.
Lucidi pavimenti, come specchi
così lucidi, così perfetti,
perfino brutti.