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Sterminator Vesevo

Sterminator Vesevo,
così ti nomò il divin poeta,
quando camminò sui tuoi
sentieri brulli e anneriti
da millenarie ceneri.

Eppur lodò un fiore,
l'umile ginestra, fiore
che nasce financo nei deserti
e sui tuoi aridi pendii,
colei che sfidar osa
la tua funesta e roboante ira.

Or che nemmeno le ginestre
adornano i tuoi crinali,
or che tutto è fumo e cenere,
or che gli alberi sono
scheletri bruciati che
mostrano la lor crudele sorte,
ora è il momento di piangere
e di maledire chi ha osato
sterminare lo sterminator.

Se la stirpe umana può
accettar l'ineluttabile
accanirsi di una natura
spesso violenta e violentata,
non può accoglier tra i
suoi membri chi distrugge
per capriccio o smania di possesso
esseri viventi, secolari alberi,
case frutto del lavoro umano,
ricordi di vecchi con gli occhi lucidi
e speranze di giovani senza più futuro.

E voi, lepri che portavate in bocca
i vostri figli per salvarli dalle fiamme,
voi volpi dal fulvo manto in cerca
di un rifugio, voi scoiattoli senza
più rami su cui saltare,
voi usignoli dal bel canto
siete stati vittime di gente
senza cuore e senza dignità.

Tutti diranno che non ci
sono stati morti,
tutti diranno che non è stato
versato sangue umano,
ma per me siete morti in tanti
miei fratelli di altre specie,
e insieme a voi è morta
l'intera dolente umanità,
bruciata sull'altare
dell'ignoranza e dell'avidità.

 

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1 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 17/07/2017 09:01
    Esaustivo seguitato poetico.
    Lieta settimana.

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