Lunghe affusolate dita
disegnano nell'aria
splendidi arcobaleni
di dolcezza e soavità
accarezzando corde
tese tra la terra e il cielo.
Così come il ragno
tesse la sua tela
con movimenti ritmici
e perfettamente calibrati,
allo stesso modo le ragazze
di Viggiano muovono le mani.
Paese di nere Madonne
e di oro nero nelle viscere,
custodisce un'arte antica
che portò nel mondo
la fama di antichi suonatori
con arpe sulle spalle.
Nelle fredde notti di Natale
con cornamuse e ciaramelle
vibrava nell'aere il dolce
suono di corde pizzicate
e Napoli andava per il mondo
con mandolini, chitarre ed arpe.
L'arpista viggianese poteva
girovagare senza scarpe
ma mai lasciava per la strada
la sua arpa forgiata da abili
artigiani nelle fucine annerite
in inverno dal fumo dei camini.
Ora ragazze giovani e leggiadre
hanno raccolto il testimone,
e rivive in loro quella stessa
luce di arte e di bellezza,
nelle loro dita c'è la forza
di secoli di storia e tradizioni,
e nei loro volti nascosti tra le corde
si legge la fierezza di esser parte
di un mondo di musica e e di pace
che non poteva cadere nell'oblio.