Ripercorro dopo pochi anni
il sentiero che mi portava a Te
dove il canto degli uccellini
che saltellavano felici
tra gli alberi in fiore
nelle meravigliose primavere
che esplodevano
in una miriadi di colori
nella collina del Penz.
E mentre cammino vedo il ruscello
che scendendo verso valle
e urtando sui sassi nel suo greto
sembra che invii
alle mie orecchie un canto,
si lati le panchine scolorite
del passare inesorabile del tempo.
Io intanto continuo la mia salita
e finalmente raggiungo la radura
dove un tempo maestosa si erigeva
la Madonnina del Penz.
Ora non ci sei più,
l'uomo distruttore della natura
ha distrutto anche Te,
grandiose scavatrici
con le loro benne dentate
che sembrano bocche fameliche
di lupi affamati
hanno addentato tutto
e strappato la grotta
dove Tu guardavi e vegliavi
sulle nostre genti.
Che dire:
Per l'orgoglio e la presunzione
della gente han fatto sì
che dopo anni ed anni
che Tu vegliavi su di noi
sei stata strappata
come l'erba gramigna.
Ora restano soltanto macerie
che il tempo divorerà tutto
e dove prima c'eri Tu
ora rimane solo
un mucchio di sassi, di mattoni
e sperpaglia rendendo la collina
una landa sperduta.