Un uomo sospeso in aria ha il volto rivolto
verso la terra, gli occhi vitrei, forse vuoti,
si vede il cielo dietro questi globi, perforati,
altri uomini galleggiano come membrane
sulle opache sponde dell'atmosfera,
separati, ognuno diretto verso un altro universo,
sono statue?
Il dubbio pervade la mente ebbra, febbre,
domanda senza conclusione,
domanda che spezza la calma e proietta la coscienza
verso oceaniche abissità prive di forma
gli diamo una forma?
Diamo? Ma chi? Con chi questa sola penna
può puntare la sua attenzione?
Devo dare forma anche a questa informe,
a questa informe, a questa, informe, informe,
amorfa, lo scarabeo indica la via verso
la primavera, una corda tesa, una creatura zampella
sul filo lucente di ambra incastonata
nei gioielli di un tempo che scorre e il Sole sale
e scende come una goccia, la notte si disvela
come l'anima di una mano che si scaglia necessariamente
sul foglio, un sogno liquido dove la forma
è il contenuto e il freddo tramonto si fonde
con la cocente alba di un'eterna irripetibile visione.