Moribonda sulle strade pietose,
camminavi e la pioggia ti toccava.
Mi raccontavi di quel cielo nero
che sembrava caderti addosso.
Mi raccontavi delle tue strane paure.
Il freddo ti lasciava dei
segni segreti sulla pelle.
Era come fare l'amore
in un congelatore.
Erano quei colori a
dare volto alle emozioni.
Ci avevano regalato delle
esplosioni di barbiturici,
con i quali avevamo sedato
il nostro organismo.
Eravamo rimasti digiuni,
eravamo confusi.
Cercavamo i nostri sogni
rinchiusi solo in un cranio.
Ascoltavi le mie parole,
mentre io mi smarrivo nelle tue.
Quei tramonti mi costringevano
ogni volta, a fissare il panorama
dei tuoi occhi ubriachi.
Il mio sguardo divorò il tuo
e ci cannibalizzammo a vicenda.
Quell'aria fredda
ci faceva tremare.
Eravamo prigionieri
dei nostri scheletri disfatti.
E dormivamo sui
nostri cocci di vetro.