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Andromeda
D'eterna malinconia
è l'occhio suo profeta e
preveggente i misteri del
cuor mio speranzoso, immaginoso
di sue cure sapienti e
lievitanti il mio orizzonte
che s'espande come il piacere
e l'infinito.
D'eterna malinconia
è l'occhio suo che forte batte
tutta l'aria attorno che
il vuoto sfugge e tutto
comprime.
D'eterna malinconia
naturante il gemito
di nostra solitudine
che lieve, congiunge come
morbide mani
i nostri destini i nostri
rossi fili come il tuo
rossore sul volto
piegato della timidezza.
Ah! Eterno muro di gomma
la vergogna di dirsi
convenzionali i nomi
che ci dividono come materia,
e che ci fanno due identità.
Ricordo la tiepida sera
dell'estate e di quel calar
del Sole che d'ombre rosse e violacee
figure
il cielo azzurrino immergevano,
poi dentro me
tutto risuonava
d'una musica più alta
e d'una frequenza divina
che al Cosmo risponde,
Andromeda.
Dirò il suo nome
e sarà guerriero.
Dirò il tuo nome e
guerriero ti farai.
Su piaggia di zenzero
riposano le cavità
mie e tue livide
e di sangue oliate,
quando la Poesia verrà
e come balsamo romantico,
sentiero di muschio,
il mondo riformerà,
Andromeda.
Dirò il tuo nome
e guerriero ti farai,
Andromeda,
tu che ricordi
l'arie sparse
come soffi sul cemento
ferito e di cicatrici
tatuato,
così certo sovente
paragoni l'interno
tuo dolore con la natura fuori,
e l'Inquisizione modernità,
all'incurabile postmdernità.
Andromeda,
t'han visto le tue stelle
tutte intorno in circolo,
i tuoi satelliti sono carte
magistre ed eloquenti
la natura del tutto
od il moto della spirale,
odo girovagare il tuo
corpo come galassia nebulosa,
l'infinità di perdersi
e a me in costante tremore
tuo Celeste Amore.
Intonami la tua armonia
sicchè possa generarmi
un'etica nuova e più umana
specchio del divino geometrico;
tu sei per me
l'ultimo soffio di Saffo
il suicidio eroico
come Catone,
la pompante vena artistica
che implode e ch'esplode
e di tuoi occhi
come raggi cosmici
l'ignea forza
della natura accordata
alla verità del tutto.
Dirò il tuo nome,
come inciso scalfìto
bruciato il mio vital
respiro
agonistico di conservarsi,
poi d'improvviso s'arresta,
l'inesauribile batteria,
un tuono,
tu tu tu
dirompente la quiete
del mio paesaggio notturno
dipinto immane alla vista
mirante l'invisibile,
il ciò dello sguardo oltre.
Io dirò il tuo nome
e che possiede,
sia d'ora mentre scrivo
ciò che sempre sono
e ciò che la mia mente
sempre aspira,
sia dopo averti scritto,
l'ultimo tuo saluto
sotto la piena e gialla
luna del grano.
Poco è d'importante il quando
chè io dico sia effimero
il tempo del prima
il tempo del dopo
se negl'occhi
Amore Celeste abbiamo.
Andromeda,
dirò il tuo nome
e guerriero ti farai,
le tue ali dipanerai
e sconfinerai l'immobile,
in lontananza di tutti
per i corpi aridi ed umidi.
Per tutto il Cosmo
una melodia serena e
pacata ci rilasserà e
poi un grande lampo
il tuono
il frastuono dei sensi tutti
chiudiamo le palpebre
ed è già il nuovo millennio.
Andormeda,
dirai il mio nome
flebile e poi forte
come un tuono severo,
le mie ali dipanerai
cingendomi d'alloro
il capo pensoso
e di Celeste Amore
tutto il Cosmo.
Come l'essenza del caffè
risveglia e attiva
l'organismo e i miei sensi
più carichi e potenti,
tu solo per la Via Lattea
trai il mio corpo per i cieli
e scopro la mia aspirazione
più forte che il mio cuore batte
e vive per l'esser suo
dentro me.
Andormeda,
i nostri destini i nostri
fili rossi come
stelle filanti cadenti;
i nostri destini i nostri
raggi cosmici creatori
di muoni rivelatori
camere profonde
perle egizie
limiti arcani
l'Aldilà.
Andromeda,
tu solo per la Via lattea
trai il mio corpo per i cieli,
donde le stelle più vicine
le nostre vesti accendono
e risplendono più luminosi
i nostri cuori
dalla Terra
lontanissimi e piccolissimi
come pulci e
noi, non siamo nè meno nè più,
invisibili particelle
all'insensibile occhio umano.
Andromeda,
dirai il mio nome
e mi farai guerriera
cingendomi alla vita
la forza della spada,
sì che sublimeremo le guerre
e riporteremo i simboli
e l'apirazione più grande
alla totalità.
D'eterna malinconia
i fuggitivi nostri occhi
rivolti al suolo.
D'eterna malinconia
i fuggitivi nostri occhi
rivolti al cielo.
Andromeda,
il tuo lieve rossore
ritrae il romantico
tuo amore d'Universale;
ricordi?
Certo che risuona
armonica la voce
dell'eroica Anna,
quando a tutti i lettori
ella convintamente disse
l'esistenza di tante teste
e tanti ingegni
e tanti amori
quanti cuori.
Ricordi?
La veste calda
del vespro estivo
i glaudioli gaudenti
e la falce della luna
un lume di candela
discioglieva il pallore della cera
dei nostri sguardi più ottusi,
Andromeda.
Il tuo romantico Universo,
Andromeda,
è la notte cadente e
la stella bruciante,
farmaci naturali
come l'acqua del mare
in guerra contro la solitudine.
La notte cadente
la stella bruciante
farmaci naturali
d'ancora aperte ferite
maledette come
l'arte più dannata
che ci schiude l'inferno
che ci sprofonda di sotto
i tombini del diavolo
che fanno le città.
Andromeda,
ho guardato le tue stelle
nelle più buie spirali
dei tuoi occhi come la notte,
come quella notte di luglio
e la falce della luna
sorreggeva con il suo
pieghevole uncino
i nostri corpi in quiete ed in moto
per l'etere.
Ritornerà la Filosofia
e tutte le arti
riabbraccerà nel suo seno
e sarà come tornare al greco suolo,
Andromeda,
ritornerà la Poesia
e tutte le liriche
riabbraccerà, rinascendo
più luminosa
ed un nuovo Sole
di sopra i colli romani
risplenderà
più luminoso.
Andromeda,
dirò il tuo nome e
tutte le particelle danzeranno
armoniche
per tutto il Cosmo,
il tempo parrà immobile
perchè sarà come mirarsi
gli occhi.
Tutto il pensiero sarà più forte,
le idee si faranno ossa dure
e la ricerca libererà i legati polsi
di tutte le scienze.
Andromeda,
chiudiamo le palpebre
ed è già il nuovo millennio.
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