Osservo incantata le fiamme
che il mio sguardo vacuo
taglia, bruciandosi
nel ricordo di un lontano abbraccio.
Mi trascino sotto la pioggia gelata
e trafitta da mille lame aguzze
la mia angoscia resiste
come un guerriero soggiogato.
Svendo solerti e falsi sorrisi
all'apatia della folla
indifferente al sole e alle stelle,
sedata dalla noia e dal torpore.
Il mio squallido piatto
mi nutre con cibo senza sale,
senza amore e senza colore
che non sazia la mia miseria.
Vado incontro alla tramontana
forte nella mia corazza,
che si accartoccia
lasciandomi flessa sul campo,
sconfitta dal peso della mia debolezza.
E piango quelle lacrime troppo amare
e troppo a lungo custodite
nell'attesa che il tuo caldo respiro
le asciugasse.