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Montale e Mallarmé

Montale, che cercava verità
profonde in gioventù, dopo, in vecchiaia,
su terreni argomenti ripiegò,
considerando quasi degli scherzi
(non gli mancava certo l'ironia)
le sue famose prove giovanili.

Ed altro Mallarmé non poté fare,
dopo i suoi voli tanto impegnativi,
che consegnarsi a triste tirannia
del foglio bianco, di parola muta.

È forse che poesia più pura e vera
rifugge da questioni complicate,
sfuggenti, indimostrabili, contorte,
per il meglio di sé dar nel dipingere
la semplice realtà di tutti i giorni?

 

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1 recensioni:

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  • vincent corbo il 16/02/2018 08:43
    Bellissima riflessione: la poesia è anche evoluzione, ciclo naturale.

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