Vuole volare il cavallo a tre gambe
poggiata una a terra, e con due nel balzello.
Evviva! È già ora!
Urrà mia Signora!
Ruota e volteggia e simpatico canta,
una radice lo sfiora, lo pesa...
Lui: Salta!
E poi: Salta! Adesso si vola!
Il suo ballo è un po' strambo,
le sue orme, un sentiero,
dove i legnetti biondi, un po' irti e stecchini,
ammiccando riflettono la luce del cielo.
Mille ed ancora i volteggi del pazzo,
si nutre dell'aria che nel Luogo dimora;
ora sono un po' stanco, dice con la Signora,
credo che mi addormento,
e il cavallo si posa.