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Marmo (Per Te, Per Noi, Per Italia)

Amor al core reimpara sempre
La sorte virtuosa della vittoriosa guerra e
Io mi sento di tutte le legioni il generale
E di coorti il mio cuore s'impenna
E sobbalza
E ci conferma il sentimento
Dell'esser Uno alla nazione.
Io mi struggo
Dinanzi tutti l'altari e
Di fronte la fatidica patria;
io non ci vedo con gli occhi,
bagnate palpebre di consacrate lacrime
palpeggiano il collo
snodano il petto e mi libro
come la bandiera in cima templi.
Amor alla nostra terra
Reimpara sempre
E le nostre nocche
Un inchino al doveroso potere
Della sacra difesa di nostri confini.
Siamo la Piazza d'Armi,
monumento all'eroi, di cent'anni fa
sul Piave a caccia dello straniero
che ci tremava in volto
ci tremava il volto e s'emozionava il corpo
uno sparo e poi il cannone
rintronava l'orecchi e il cuore
più forte, batte, colpisce il petto e più
forte, più veloce,
si batte, ci uniamo, stringiamoci i sudati bracci
ché la guerra è vinta e mai nessuno
terrà tristi e serrate labbra,
ché all'Italia l'orgoglio e l'euforia
e di più alta gioia s'è cinta l'elmo
e di vittoria d'oro
a fiume milioni di medaglie.
Marmo.
Amore sono quegli occhi
Umidi all'udire l'inno
Della nostra fatidica nazione, è l'Italia
Dai più bei monti,
dalle verdi e ondulate valli,
le colline fiorite, l'internati borghi oscuri
e fondanti il cielo e la terra.
Del marmo più levigato,
nostri petti i nostri scudi
e non ci ritiriamo
i nostri corpi all'avanzata
lo sguardo fiero e mai
basso, il tono è gagliardo,

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