Da un bianco bus,
in ultima fila,
osservo dal finestrino brulli e scarni paesaggi.
Fra monti lontani, palazzi non finiti e albe
nascenti, t'abbandono ai pascoli e
alle onde frangenti.
Odore acre nei canali olfattivi,
invasivi e penetranti,
saranno odori permanenti?
Speriamo.
Mi guardo attorno ma
non riesco a dimenticare.
Tutto ciò che ti rende memorabile
lo sto lasciando,
confido nella futura vecchia memoria
che forse un giorno mi parlerà di te.
Dall'ultima fila,
di questo bianco pulmino,
stipate amiche in viaggio
ti sussurrano un silente addio.
Non ci voltiamo a guardarti ancora,
andiamo avanti,
così che un giorno potremmo
riabbracciarti,
o cara Albania.