Nel mare del periglio
nuvole di cenere infuriano
su neri manti di gelate acque
l'aere trema
così le stelle
e il bianco angelo
tra i tenebrosi flutti
con la sua chioma d'oro
faro dei dispersi
nella sua argentea spada
la tramontana timida si specchia
per veder se è degna
di imperare attorno ad esso
E il celeste messaggero
alle preghiere disperate
d'una imbarcazione
e del suo navarca sciaugurato
che la mano tende all'angelico guanto
quello sulla riva degli ori perituri
lo posa dolcemente
E poi dall'acuto scoglio
la lucente spada sguaina
e gli astri furor de' cieli
gridano di luce nuova
e le rabbiose onde
placide si placano
il buio mare del periglio
splende adesso
nel bianco di Michele