Sono rinchiuso in un labirinto;
lo sguardo si dimena irrequieto.
M'affido ai muri con zanne come il vetro;
che nella mano tesa trafiggono l'istinto.
Bendo gli occhi con l'ultimo rimpianto;
vedo la Vita reclusa in un cerchio!
Stringo al seno il sogno infranto,
e la perduta via ancor la cerco.
Però, scende la Notte dallo sguardo truce.
M'afferrano fantasmi ammantati!
Come un fiore mi stendo verso luce;
Ma tutta lontananza mi abbatte.
Raffreno in me la fretta del Niente.
In orologi crocifiggo il tempo.
Detergo l'Anima con lacrime ardenti;
e riconciliarmi con me stesso tento.
M'appoggio sui Silenzi adunati;
faccio guerra alle Parole in più.
Le appendo alle campane innevate,
perché i loro echi non li senta più.