Terra di seducente atmosfera,
che evochi campi infiniti di lavanda
virtuosa e selvaggia,
ti contemplo con soave ammirazione,
e il mio pensiero già lontano,
raggiunge erti, ventosi pendii,
ove il pittore estasiato,
nel ritratto, l'anima avvolge.
Sbocciano fiori sotto il sole
di un torrido midi,
ove il papavero rosso,
dalla macchia nera come sigillo,
fu leggendario consolatore,
e a Demetra la dea,
che di lui si fidò, e l'infuso bevve,
largì la serenità perduta.
Odo il frinir delle cicale,
è il maschio che primeggia,
forse canterà fino a settembre,
e sarà di buon auspicio,
la stagione, del sole, si ricorderà.
Assaporo all'istante il piacere della vita,
una miriade di profumi nell'aria
s'appropria della mia mente,
libertà... e quiete...
si prendon per mano,
a soddisfar delizie del palato:
vino rosso di traboccanti vigneti,
e saporite carni, di erbe condite.
Provenza cara,
cos'altro potrei raccontare di te...
se non il desiderio di ritrovarti?!