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Non è bastato

Non è bastato un numero
inciso come un marchio
di fuoco sulla pelle,
non sono bastati gli sputi,
le nudità esibite,
gli sguardi di disprezzo,
la fame e il freddo,
non avere più un nome,
vedere la gente intorno
morire di stenti e di dolore,
gli stupri, le percosse,
il fumo di un camino,
un giaciglio come un loculo.

Chi come te ha visto l'inferno
non può aver paura
dell'ignoranza e dell'imbecillità,
non teme per la propria vita
ma per quella di chi potrebbe rivivere
di nuovo quegli orrori,
dei bambini senza genitori,
delle mamme senza i propri figli,
dei padri senza più speranze,
dei vecchi senza più lacrime.

Non è servito a niente andare
nelle scuole e nei municipi,
sugli altari e nelle fabbriche
a raccontare le urla e i silenzi,
la rabbia e la rassegnazione,
gli sguardi prima della morte
e i corpi scarnificati di persone
sconosciute diventate fratelli
e sorelle nel dolore.

Non è servito a niente
se ora dovranno vegliare su di te
per impedire che ti facciano del male,
per respingere odio immotivato,
oscenità e frasi deliranti;
non è servito a niente
se quel popolo italiano
che avrebbe dovuto applaudirti
e portarti come esempio
ti espone al pubblico ludibrio.

Quanta meschinità nei politici corrotti
che aizzano folle sanguinarie
brandendo italici vessilli
e simboli di religioni travisate

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