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La vigna
Poi vidi una luce fortissima
E trapassai all'altro cielo.
Della bella mistica
Pregna leggerai la poesia
E due corone di canti
Saranno a farne sapienza.
Come sta la sua sposa
Al centro dell'antico Impero?
La grande vigna è troppo larga
Che l'Una è diventata tutte
E corde discorde
Come il legno d'arpa
A tasti più moderni e volgari.
La grande vigna dice
Tutte le fedi una sola Fede
E per ciò si confonde e si
macchia.
Poi lessi l'Alighieri
E quasi mi commosse
Perché m'è distante
L'era delle dolci melodie.
Lessi versi divini
E quasi mi commossi
E trapassai all'altro Cielo.
Come sta la sapiente vigna?
Le genti mescolate
I popoli storpi
A dire chi siamo?
L'influsso di Marte
Per la costellazione del leone
Mi fa più forte nelle mie resistenze
E volontosa a combattere
Per Dio.
La vigna è troppo larga
E dice che Dio è questo
Ma anche quell'uomo
Nero laggiù e che prega
Per i falsi profeti.
La sposa del Signore è
L'Una e sol nel Paradiso
Colmo e dolce beatitudine
Conoscerai Verità.
La dottrina sarà salva
Finché rimarrà coscienza.
Anselmo mi condusse
A dimostrarne l'esistenza
Ed io lo prego
Ogni giorno dentro me
E fa ch'ogni mio fatto
Sia in armonia con il sapiente.
Ma la vigna è troppo larga,
Ah! Dante, anche tu sei la mia guida
E allor tocca la mia tempia
Conducimi al Tempio.
Poi vidi una luce fortissima
Che trapassai all'altro cielo.
Spiega lo zeffiro
Contro le spalle e
Il viso rivoltosi all'ulivo
Tra verde e candido.
Sei tu, Dante, che mi dici
Ascolta?
Chiudo l'occhi
E or li apro al Sole
Ché questa beltà
Nel mio paesaggio mai trovai
Di essere così arrivata
A la Verità perché
Da quel momento la virtù
Rafforza lo spirito.
Allor Dante mi condusse
E il vento mi trascinò
Il mio corpo nel viaggio nuovo.
Vidi un lampo di luce
Una spada e uno scudo.
Fisso l'arme, l'amor mistico, i cavalieri.
Strappa l'ortica dell'erba
Mi rispose e cominciai con le mani.
La luce della volontà
Era così forte e tutto
Sì luminoso e grandioso.
Anselmo cantava
E tutto era armonia
Logica naturale.
Così perfetto ed ordino
Di non ascoltar altro
All'infuori del dialogo.
Era come l'eco di Dio
La sua parola nel mio fare
E continuavo a strappar
L'erba cattiva dall'erba verde.
Così forte la sua parola,
sì forte il verso divino
che stavo mancando il corpo
ed uscendo per salire
all'altro cielo.
Chiusi li occhi che non vedevo.
L'energia m'aumentava
Il canto delle due corone
Che mi sentivo più libera,
più leggera
nella scrittura della vera
ricerca della Verità.
Ciò pensai con accresciuta nobiltà
E sospirai
Andando oltre me stessa
Quando vidi una luce
E dei raggi di sole
A chiamare il mio nome
Fra le altre schiere.
Una luce fortissima
E trapassai all'altro cielo.
Gli spiriti combattenti
Per la verità della storia
E dell'altro mondo
All'infuori del tempo.
Chiusi li occhi che
Una luce fortissima e
Già più non vedevo.
Dante, mio maestro, recita
A me d'ascoltar il vero che è giusto
E che è giusto lo scudo e
Che è forte la spada a strappare
L'ortica della vigna del Tempio
Di Dio, che è nel suo nome
La mia conoscenza.
Strappavo e continuavo
Con furia e il mio senso
Annusava il marcio dello zolfo
E poi vidi.
Vidi un uomo travestito
D'un bianco candore
Toltosi il segno della
Croce d'oro.
Vidi un uomo e quell'uomo
Pregare con un accento
Proveniente dei paesi del Sud.
Strappavo e continuavo
Con furia e mi vennero
All'indaffarata mente versi
Pieni di Dio e che recitavano
Angeli con le trombe annuncianti
L'inferno emerso in Terra.
Lessi della bestia e dei numeri
Incisi sulla fronte e o sul destro
Palmo, tutto mi divenne più chiaro.
Continua a strappare!
M'ordina Giovanni, preda
In su la visione da un'isola perduta.
Contemplavo i sacri versi e mi tornò
Con il mio animo in sobbalzo
Sacrileghi fatti
Ch'io desio non udire
D'ogni stolto od insipiente
Rivolto a me.
Contemplavo la natura d'aprile
Già che proprio nel mese
Dei fiori che s'aprono al cielo,
Oh Dio, la bell'anima di Rolando
Ascesa di fianco al tuo trono.
Vidi un piccolo uomo
Sempre vestito con il suo abito talare
In piena crescita
Il suo corpicino.
Poi venne la guerra e
Il suo colletto s'imbrattò
Del suo sangue, oh! Dante perché?
Perché colui che non crede
Non crede per questo del diritto alla vita?
Io credo e per questo
Non credo alla guerra indiscriminata
Perché se scudo e spada ripongon valore
Allor si faccia contro i veri nemici.
Gli stolti o l'insipienti fan guerra civile,
gli spiriti combattenti muoion per lor fede,
e con ciò detto e scritto io prego
Rolando di fianco al trono di Dio.
Anselmo, rivolgimi a te e aiutami
La guerra ch'io oso fare contro i nemici
Della verità della storia e
Della verità all'infuori del tempo.
Allor pensato e contemplata la natura
D'aprile, lo splendore del sole e io china
L'erba ortica a strappar con furia
Dalla vigna del Tempio.
Poi vidi una luce fortissima
E l'anima d'Anselmo mi s'illuminava
E io lo pregai.
Dante mi porse la mano
Tipica d'ogni ricercatore
Dicendo che è giusto e quindi è vero
Che l'uom travestito di bianco
Vivrà sovra l'altare cantando
La bell'ortica e quindi è falso.
Ah! Dante conducimi al Tempio
E fa bell'anima la mia aura
Più splendente ch'io d'ogni
Gloria ed onore in terra
Piacevolmente dimentico.
È vero che quell'uomo predico di bene
Mescola dottrine e non si rammenta
Dell'Una Fede e del suo universale
testo si leggerà il vuoto ignavo.
La vigna dei farisei
Distruggerai con la tua spada
E sì l'anima mia si fece più luce
E così mi sento, priva d'ogni paura
Al sacro destino che spetta il mio spirito.
La larga vigna colma d'ortiche
Fa l'acqua dal frutteto e sì
M'avvedo con la spada e con lo scudo
A strappar con furia il selvatico
E desolato orticello
Sì oscuro e lontano alle giovani anime.
Vidi una luce fortissima
Che trapassai all'altro cielo
E tutto mi divenne Luce.
L'aura splendente m'avvolgeva
E tutto si fece luce attorno
Che trapassai all'ultimo cielo.
Rivoltosi il mio viso
Risposi grazie
E tutto era Luce.
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