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Forza Sovrana o dello stato di Potenza

Accendo, forte, chiara
la Luce.
Tuonò il fragore in cielo
dei due eserciti schierati
armati di finissime lance e
gli scudi della vita
battersi la fronte contro il fronte
delle lunghe code del male.
Guardano l'abisso
è il vuoto dentro il corpo
è la tecnica signora
ignavia, ignara di misura
e che non cura
la circonferenza dell'anima
umana.

Per le strade i miei fratelli
le braccia alzate e gli occhi tesi al cielo
e tu, dimmi, qual è il mio stendardo?
Un velo colorato non scalda il mio sangue
e non lega il mio cuore
alle radici come alle pendici
dell'albero della vita.


Desti noi invochiamo
l'indipendenza della potenza
ed estendiamo il tempo della nostra anima
al corso della storia perché
c'insegna ad amare
la nostra terra e d'eredità
la nostra civiltà.
Dai tempi d'Enea noi affermiamo
di diritto la sovranità e riportiamo
allo spirito l'unica eccelsa natura
dell'uomo dell'origine e dell'etnia
ab origine.

Ma tu aspettami con l'occhi abbagliati
ricolmi di divina Verità
sul sentiero della guerra santa
per tornare degni d'essere
italici e sovrani sul suolo
romano e solare.

Ma tu ed io servi all'ascolto
dei sacri sigilli della rivelazione
odiamo:
il terrore e il furore dei cavalli celesti
e il cielo dimezzarsi e fiondare

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