Migranti, il rumore di risacca sui sui teschi spogli e bianchi,
nelle rive del mare di morte,
gabbiani urlano sulle spoglie di poeti stanchi.
Ferite lacere e ricordi di colli brutali,
si trascinano sulle coste degli aranci in fiore,
fino alle terre frastronate di frati venali.
Riaprono le case di Bacco mentre scrutiamo l'orizzonte,
ammirando la scura terra dei ricordi e delle normalità agognate,
lasciatemi a morire di là dal ponte,
ma fatemi ancora sognare l'amore della donna
col vestito bianco che mi saluta, odorosa di sale