Regna la paura.
Traspare il silenzio nell’ombra del mondo.
Sento accapponarsi la pelle e spaccarsi in mille pezzi.
Al di là della siepe l’immenso mare della tua gioventù
da rifare, da raccontare a nipoti annoiati, a squallide sagome
danzanti nel vuoto di un arenile dove la mente non ha riparo.
Saetta nel blu il rosso del tempo che incessante trascorre nelle vite degli altri.
Nei desideri di chi non ha, nell’avidità di chi ha tutto e che si guarda intorno e non vede niente.
Il giardino fatato e ignorante della tua mente si assopisce al danzar della tua dignità ormai incolore
Il cuore, la mente, e i ricordi in mezzo alla stanza.