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Solitudine

Chiodi inflitti
inferti su croce appesa
e pelle arsa, come tesa di tamburo
smorza gemiti latrati, come cane morso
da lupi assatanati...

Dove le carezze
d'un mondo famelico e schifezze
torvo e bieco
d'egoistico interesse e cieco

È del sentor d'intorno
il pregnar pugnace di brute e sozze
scorribande, abomini e nefandezze
perpetrate con sentor di pegno
da chi si crede padreterno

Così gli afflitti
seviziati e distrutti da conflitti
piegati, genuflessi e irretiti
soccombono coscritti e inebetiti

Come l'andar ramengo e spurio
tra carenze ed albergar tugurio
baracche di cartoni e di fortuna
di profughi fuggiaschi al chiar di luna

Come che risolvere i problemi della terra
un ecatombe monda, con le bombe e con la guerra!

 

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