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Fiori
Un fiore rosso che si
nutre di colore, lascia
andare i suoi petali lesi
dal tempo e un'ape sguscia
fuori dal suo stame
inebriata si innalza,
e nell'aria, tra lo sciame
impollinata sobbalza.
La sua è una fragile
corolla, quattro membri
il centro scuro, pare bile
dolce più di quanto sembri.
Sboccia in uno scoppio
di memorie da germoglio,
spaccia semi d'oppio
e son il suo gran orgoglio.
In silenzio, un fiore biondo
sente il calore che lo batte,
picchia forte e si riflette
e lo scalda fino in fondo.
Nello stelo cova un latte
dono del tempo che va via
che, con le sue cime erette,
vive piano e con del brio.
La sua chioma s'ingrigisce
e il gambo diritto s'ingobba
ormai è maggio, lui capisce
non è triste e non s'imbroncia.
La testa ora canuta, si dirada
e rimasto senza crini, vola,
andrà per vento, per la strada
forse ai monte, ove si gela.
Un fiore viola, un forse
che lascia dell'amaro
speranze infine perse
ed un ricordo assai caro.
Un fiore bianco, veleno
che attrae molti a mangiare
un fascino, un ardore
davvero bello da morire.
Un fiore nero, vetro pece
un crisantemo di cristallo
non riflette neanche la luce
ha paura, come un corallo
duro come una testuggine
il sole lo trafigge, e brilla
una gemma di fuliggine
si frantuma e dopo crolla.
Un tasso, in cima la collina
osserva gli anni dei fiori,
le vite venire dopo la brina
e morire tra freddi dolori.
Dispensa cibo agli uccelli
a quelli che sono accorti,
i suoi frutti son begli arilli
ma bisogna non essere ingordi.
Un millennio a guardare spighe
spazzolate per bene dal vento,
e lui ne ha viste sì di piaghe
sin dalla peste del trecento.
Ora guarda i fiori, nascere
dalle gemme, semini d'oro
riuscendo ancora a rimembrare
quando anch'egli fu come loro.
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